# Bezout e diofantee
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#### Divisione euclidea
###### <span style="color: #0288d1">Teorema</span>
Teorema della divisione euclidea
Dati $a,b$ interi con $b > 0$ esistono, e sono unici, due interi $q$ (quoziente) ed $r$ (resto), con
$$
a = bq + r
$$
$$
0 \le r < b
$$
###### <span style="color: #ffc107">Osservazione</span>
Facciamo ancora un altro esempio. Se $a = −15$ e $b = 7$, la divisione euclidea di $a$ per $b$ è:
$$
−15 = 7(−3) + 6
$$
con quoziente $q = −3$ e resto $r = 6$.
L'uguaglianza $−15 = 7(−2)−1$ per quanto vera, non è la divisione euclidea.
###### Dimostrazione
Consideriamo il caso $a\ge0$ (se $a<0$ la dimostrazione è analoga). Possiamo utilizzare il principio del minimo. Consideriamo l'insieme
$$
Q={m\in\mathbb{N}|mb\ge a}
$$
Tale insieme è un sottoinsieme di $\mathbb{N}$ non vuoto (visto che $b >0$ e dunque $b\ge1$, $Q$ contiene infiniti interi maggiori di $a$). Per il principio del minimo $Q$ ammette un minimo, appunto,che chiameremo $q$.
Ora, se $qb=a$ abbiamo già trovato la nostra divisione euclidea:
$$
a=bq+ 0
$$
Se invece $qb > a$ allora deve valere $(q−1)b < a$, altrimenti il minimo di $Q$ sarebbe $q−1$ e non $q$. La differenza $r=a−(q−1)b$ soddisfa $0< r < b$ e dunque la divisione euclidea che cercavamo è
$$
a= (q−1)b+r
$$
Il procedimento che abbiamo seguito dimostra in realtà anche **l'unicità del quoziente e del resto**. Per una qualunque altra scelta del quoziente diversa da $q$, infatti, si osserva facilmente che il resto ottenuto non soddisferebbe la richiesta $0\le r < b$.
#### MCD
###### <span style="color: #ce93d8">Notazione</span>
Ricordiamo che, dati due numeri interi $c$ e $d$, diciamo che $c$ divide $d$ se esiste un numero intero $k$ tale che $ck = d$. In tal caso scriviamo $c | d$ o $c/d$
###### <span style="color: #e53935">Definizione</span>
Siano $a,b \in \mathbb{Z}$, con almeno uno dei due diverso da $0$ (questo si può scrivere così: $(a,b) \in \mathbb{Z}\times\mathbb{Z}−\{(0,0)\}$). Allora il “massimo comun(e) divisore” di $a$ e $b$ è l'unico intero positivo d tale che:
- $d|a$ e $d|b$
- $d$ è più grande di ogni altro divisore comune di $a$ e $b$:
se $c|a$ e $c|b$, allora deve essere $c \le d$
Indicheremo il massimo comun divisore di $a$ e $b$ come $MCD(a,b)$
Talvolta, quando è chiaro che stiamo considerando il massimo comun divisore, ometteremo $MCD$ e scriveremo soltanto $(a,b)$
Se vale che $MCD(a,b) = 1$ diremo che $a$ e $b$ sono primi tra loro o coprimi.
###### <span style="color: #ffc107">Osservazione</span>
La definizione è ben posta. Infatti almeno un divisore comune positivo di $a$ e $b$ esiste sempre (il numero $1$) e dunque l'insieme di tutti i divisori comuni positivi è un sottoinsieme di $\mathbb{N}$ non vuoto e finito.
Si noti a questo proposito che i suoi elementi sono tutti minori o uguali al minimo fra $|a|$ e $|b|$.
Allora esiste unico il massimo di tale insieme, che è appunto il $MCD(a,b)$
Si vede subito che:
$$
MCD(a,b) = MCD(b,a) = MCD(|a|,|b|)
$$
e anche che:
$$
MCD(a,a) = MCD(a,0) = |a|
$$
#### Algoritmo di Euclide
Supponiamo di voler trovare il $MCD$ di due numeri $a,b \in \mathbb{Z}$ non entrambi nulli.
Se uno dei due numeri (per esempio $a$) è $0$, allora sappiamo subito dire che $MCD(0,b)$ è uguale al valore assoluto $|b|$ di $b$.
Occupiamoci dunque del caso in cui entrambi i numeri sono diversi da zero.
Se vale per esempio che $|a| \ge |b| > 0$ applichiamo l'algoritmo direttamente al calcolo di $MCD(|a|,|b|)$.
> Cominciamo con la divisione euclidea di $|a|$ per $|b|$:
> $|a| = |b|q + r_1$ con $0 \le r_1 < |b|$
>
> > Se $r_1 = 0$ abbiamo finito, perché possiamo concludere subito che $|b| = MCD(|a|,|b|) = MCD(a,b)$
> > Altrimenti proseguiamo con delle divisioni euclidee successive finché non si trova un resto uguale a $0$:
> > $|a| = |b|q + r_1$ con $0 < r_1 < |b|$
> >
> > $|b| = r_1 \cdot q_1 + r_2$ con $0 < r_2 < r_1$
> >
> > $r_1 = r_2q_2 + r_3$ con $0 < r_3 < r_2$
> > $\cdots\cdots\cdots$
> >
> > $r_{n−2} = r_{n−1}q_{n−1} + r_n$ con $0 < r_n < r_{n−1}$
> >
> > $r_n−1 = r_nq_n + 0$
> >
> > A questo punto concludiamo che $r_n = MCD(|a|,|b|) = MCD(a,b)$
###### Dimostrazione
Per dimostrare che il metodo dell'algoritmo funziona, dobbiamo rispondere a due domande.
1. Perché l'algoritmo termina sempre entro un numero finito di passi? Perché ad ogni passo otteniamo un resto $r_j$ che è un numero naturale ed è strettamente minore del resto precedente. Se potessimo continuare all'infinito, l'insieme dei resti contraddirebbe il principio del minimo (sarebbe un sottoinsieme di $\mathbb{N}$ non vuoto senza minimo).
2. Perché $r_n$ è proprio il MCD che cercavamo? Il punto cruciale, é dato dal seguente teorema
###### <span style="color: #0288d1">Teorema</span>
Dati $a,b,c,d\in\mathbb{Z}$ con almeno uno fra $a,b$ non nullo e almeno uno fra $b,d$ non nullo, che soddisfano
$$
a=bc+d
$$
allora vale che $MCD(a,b) =MCD(b,d)$.
###### Dimostrazione
La strategia è la seguente: mostreremo che l'insieme $DIV(a,b)$ dei divisori comuni positivi di $a$ e $b$ è uguale all'insieme $DIV(b,d)$ dei divisori comuni positivi di $b$ e $d$. A quel punto avremo finito, perché $MCD(a,b)$ è il massimo elemento di $DIV(a,b)$ e $MCD(b,d)$ è il massimo elemento di $DIV(b,d)$, ossia dello stesso insieme. Dimostriamo dunque che $DIV(a,b)\subseteq DIV(b,d)$ (l'inclusione opposta si di-mostra in maniera analoga). Prendiamo un elemento $\gamma\in DIV(a,b)$. Visto che $\gamma|a$ e $\gamma|b$ allora $\gamma$ divide anche $a−bc$ ovvero $\gamma$ divide $d$. Dunque $\gamma\in DIV(b,d)$, come volevamo dimostrare.
Applicando questo lemma ai vari passaggi del nostro algoritmo di Euclide otteniamo:
$$
MCD(|a|,|b|) =MCD(|b|,r_1) =MCD(r_1,r_2) =MCD(r_2,r_3) =\ldots
$$
e così via (questo "così via" nasconde una facile induzione!) fino a
$$
...=MCD(r_{n−2},r_{n−1}) =MCD(r_{n−1},r_n)
$$
Ma $MCD(r_{n−1},r_n)$ è proprio $r_n$, visto che $r_n|r_{n−1}$. Ripercorrendo tutta la catena di uguaglianze scopriamo di aver dimostrato che
$$
MCD(|a|,|b|) =r_n
$$
e dunque ora sappiamo perché l'algoritmo di Euclide funziona!
#### Identità di Bezout
###### <span style="color: #0288d1">Teorema</span>
Lemma di Bezout o Identità di Bezout
Dati due numeri interi $a$ e $b$ con $(a,b) \neq (0,0)$, esistono due numeri interi $m$ e $n$ tali che
$$
MCD(a,b) = am + bn
$$
Si dice che $MCD(a,b)$ può essere espresso come combinazione lineare a coefficienti interi di $a$ e di $b$
###### <span style="color: #ffc107">Osservazione</span>
Il teorema dice che esistono $m$ ed $n$ tali che $MCD(a,b) = am + bn$, ma non dice che sono unici. Infatti, come risulterà dalla teoria delle equazioni diofantee lineari, ci sono infinite scelte possibili di una coppia ($m$,$n$) tale che $MCD(a,b) = am + bn$.
###### Dimostrazione
Consideriamo l'insieme $CL^+(a,b)$ di tutte le possibili combinazioni lineari positive a coefficienti interi di $a$ e $b$, ossia
$$
CL^+(a,b) =\{ar+bs\;\;|\;\;r\in\mathbb{Z}, s\in\mathbb{Z}, ar+bs >0\}
$$
Tale insieme è non vuoto. Infatti supponiamo che $a\neq 0$ (altrimenti si fa lo stesso ragionamento con $b$). Allora si trovano degli elementi dell'insieme $CL^+(a,b)$ per esempio scegliendo $s= 0$ e $r$ tale che $ra >0$. Già così abbiamo esibito infiniti elementi nell'insieme $CL^+(a,b)$. Inoltre $CL^+(a,b)\subseteq\mathbb{N}$.
Dunque, per il principio del buon ordinamento, $CL^+(a,b)$ ammette minimo.
Sia $d$ tale minimo: in particolare, dato che $d\in CL^+(a,b)$, esistono un $m\in\mathbb{Z}$ ed un $n\in\mathbb{Z}$ tali che
$$
d=am+bn
$$
La dimostrazione del teorema si conclude ora mostrando che $d=MCD(a,b)$. Infatti $d$ soddisfa le proprietà del massimo comune divisore, ossia:
- $d|a$ e $d|b$
- se $c|a$ e $c|b$ allora $c\le d$
Per il primo punto, facciamo la divisione euclidea fra $a$ e $d$. Sarà $a=qd+r$ con $0\le r < d$. Allora
$$
a=q(am+bn) +r
$$
da cui
$$
r= (−qm+ 1)a+ (−qn)b
$$
Ma allora $r$ si esprime come combinazione lineare a coefficienti interi di $a$ e di $b$. Se fosse $r >0$ avremmo che $r\in CL^+(a,b)$ per definizione di $CL^+(a,b)$. Questo non può succedere perché $0\le r < d$ e $d$ era stato scelto come minimo elemento di $CL^+(a,b)$. Dunque deve essere $r= 0$. Questo vuol dire che $a=qd+ 0$, ossia che $d|a$. Allo stesso modo si dimostra che $d|b$.
Il secondo punto è immediato. Infatti se $c|a$ e $c|b$ allora $c|am+bn$ cioè $c|d$, in particolare $c\le d$.
###### <span style="color: #388e3c">Corollario</span>
Dati due numeri interi $a$ e $b$ con $(a,b) \neq (0,0)$, se $c|a$ e $c|b$, allora non solo $c \leq MCD(a,b)$ ma più precisamente vale che $c|MCD(a,b)$
###### <span style="color: #0288d1">Teorema</span>
Dati due numeri interi $a$ e $b$ con $(a,b) \neq (0,0)$, $MCD(a,b)$ è il più piccolo numero intero positivo ottenibile come combinazione lineare intera di $a$ e di $b$.
###### <span style="color: #388e3c">Corollario</span>
Presi due numeri interi $a$ e $b$ non entrambi nulli, se li dividiamo per il loro massimo comun divisore $MCD(a,b)$ otteniamo due numeri
$$
a' = {a \over MCD(a,b)} \qquad
b' = {b \over MCD(a,b)}
$$
che sono primi fra loro.
###### Dimostrazione
Si può vedere in due modi, entrambi molto semplici.
Il primo modo è il seguente: se ci fosse un divisore comune $d >1$ di $a′$ e $b′$, allora $d\cdot MCD(a,b)$ dividerebbe sia $a$ sia $b$ e sarebbe più grande di $MCD(a,b)$, assurdo.
Il secondo parte dall'identità di Bezout
$$
MCD(a,b) =am+bn
$$
Dividendo per $MCD(a,b)$ si ottiene
$$
1 =a′m+b′n
$$
e dunque $1$ è il più piccolo numero intero positivo ottenibile come combinazione lineare intera di $a′$ e di $b′$.
###### <span style="color: #0288d1">Teorema</span>
Siano $a,b,c \in \mathbb{Z}$. Se $a|bc$ e $MCD(a,b) = 1$ allora $a | c$.
###### Dimostrazione
Visto che $MCD(a,b) = 1$ allora per l'Identità di Bezout possiamo trovare $m,n\in\mathbb{Z}$ tali che
$$
1 =an+bm
$$
Moltiplicando entrambi i membri per $c$ otteniamo:
$$
c=acn+bcm
$$
Questo ci permette di concludere che $a|c$. Infatti $a|acn$ (ovviamente) e $a|bcm$ (visto che $a|bc$ per ipotesi), dunque $a$ divide la somma $acn+bcm$ che è uguale a $c$
###### <span style="color: #ffc107">Osservazione</span>
La dimostrazione precedente è breve ma non è banale. Il teorema è alla base del fatto che la fattorizzazione in prodotto di primi di un numero intero è unica.
#### Ottenere l'Identità di Bezout
Prendiamo per esempio $a = 1020$ e $b = 351$ e calcoliamo $MCD(a,b)$ tramite l'algoritmo di Euclide:
$$
1020 = 351 \cdot 2 + 318 \\
351 = 318\cdot 1 + 33 \\
318 = 33 \cdot 9 + 21 \\
33 = 21\cdot 1 + 12 \\
21 = 12\cdot 1 + 9 \\
12 = 9\cdot 1 + 3 \\
9 = 3\cdot 3 + 0
$$
Dunque abbiamo trovato che $MCD(1020,351) = 3$. Scriviamo adesso di nuovo tutte le equazioni dell'algoritmo (tranne l'ultima) ponendo a sinistra i resti:
$$
318 = 1020−351 \cdot 2 \\
33 = 351−318 \cdot 1 \\
21 = 318−33 \cdot 9 \\
12 = 33−21 \cdot 1 \\
9 = 21−12 \cdot 1 \\
3 = 12−9 \cdot 1
$$
Ora ripercorriamo l'algoritmo "a rovescio": cominciamo da $3 = 12−9 \cdot 1$. Ricordiamo che come obiettivo finale vogliamo trasformare questa equazione in una del tipo $3 = 1020m + 351n$
Cominciamo utilizzando l'equazione $9 = 21−12\cdot 1$. Possiamo usarla per sostituire il $9$ ed ottenere $3$ espresso come combinazione lineare di $12$ e di $21$:
$3 = 12\cdot 2−21 = (33−21\cdot 1)\cdot 2−21 = 33\cdot 2−21\cdot 3$
Continuando,
$3 = 33\cdot 2−21\cdot 3 = 33\cdot 2−(318−33\cdot 9)\cdot 3 = 33\cdot 29−318\cdot =$
$= 33\cdot 29−318\cdot 3 = (351−318\cdot 1)\cdot 29−318\cdot 3 = 351\cdot 29−318\cdot 32 $
Infine, chiamando in causa $318 = 1020−351·2$:
$3 = 351\cdot 29−318\cdot 32 = 351\cdot 29−(1020−351\cdot 2)\cdot 32 = 1020(−32) + 351\cdot 93$
Abbiamo dunque trovato $m = −32 e n = 93$:
$3 = 1020(−32) + 351\cdot 93$
###### <span style="color: #ffc107">Osservazione</span>
Come abbiamo già detto, quando questa è solo una delle infinite possibili coppie
$(m,n)$ che soddisfano l'identità di Bezout
#### Equazioni diofantee
Una equazione del tipo
$$
ax + by = c
$$
dove $a,b,c$ sono numeri interi e $x,y$ sono le variabili, si chiama equazione diofantea.
Risolverla vuol dire trovare una coppia di numeri interi $(\bar x,\bar y) ∈\mathbb{Z}\times\mathbb{Z}$ tali che
$$
a\bar x + b\bar y = c
$$
###### <span style="color: #0288d1">Teorema</span>
L'equazione diofantea
$ax + by = c$
(con $a$ e $b$ non entrambi nulli) ha soluzione se e solo se $MCD(a,b)$ divide $c$,
quindi $MCD(a, b) | c$
`omessa dimostrazione pagina 114-115`
###### <span style="color: #0288d1">Teorema</span>
Se l'equazione diofantea ammette soluzione, allora ammette infinite soluzioni.
Presa una soluzione particolare $(\bar x,\bar y)$, l'insieme $S$ di tutte le soluzioni può essere descritto così:
$S = \{(\bar x + \gamma,\bar y + \delta)|(\gamma,\delta) \text{ è soluzione dell'equazione omogenea associata}\}$
###### Dimostrazione
Le argomentazioni esposte poco sopra dimostrano che
$$
\{(\bar x+γ,\bar y+\delta)|(γ,\delta) \text{ è soluzione dell'equazione omogenea associata }\} \subseteq S
$$
Resta da dimostrare l’inclusione opposta, ossia che ogni soluzione dell'equazione diofantea è della forma $(\bar x,\bar y) + \text{una soluzione dell'equazione omogenea associata}$
Questo segue osservando che, se $(\alpha,\beta)$ è una soluzione dell'equazione diofantea, allora $(\alpha−\bar x,\beta−\bar y)$ è una soluzione della equazione omogenea associata.