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Teorema della divisione euclidea
Dati interi con esistono, e sono unici, due interi (quoziente) ed (resto), con
Facciamo ancora un altro esempio. Se e , la divisione euclidea di per è:
con quoziente e resto .
L'uguaglianza per quanto vera, non è la divisione euclidea.
Consideriamo il caso (se la dimostrazione è analoga). Possiamo utilizzare il principio del minimo. Consideriamo l'insieme
Tale insieme è un sottoinsieme di non vuoto (visto che e dunque , contiene infiniti interi maggiori di ). Per il principio del minimo ammette un minimo, appunto,che chiameremo .
Ora, se abbiamo già trovato la nostra divisione euclidea:
Se invece allora deve valere , altrimenti il minimo di sarebbe e non . La differenza soddisfa e dunque la divisione euclidea che cercavamo è
Il procedimento che abbiamo seguito dimostra in realtà anche l'unicità del quoziente e del resto. Per una qualunque altra scelta del quoziente diversa da , infatti, si osserva facilmente che il resto ottenuto non soddisferebbe la richiesta .
Ricordiamo che, dati due numeri interi e , diciamo che divide se esiste un numero intero tale che . In tal caso scriviamo o
Siano , con almeno uno dei due diverso da (questo si può scrivere così: ). Allora il “massimo comun(e) divisore” di e è l'unico intero positivo d tale che:
e
è più grande di ogni altro divisore comune di e :
se e , allora deve essere
Indicheremo il massimo comun divisore di e come
Talvolta, quando è chiaro che stiamo considerando il massimo comun divisore, ometteremo e scriveremo soltanto
Se vale che diremo che e sono primi tra loro o coprimi.
La definizione è ben posta. Infatti almeno un divisore comune positivo di e esiste sempre (il numero ) e dunque l'insieme di tutti i divisori comuni positivi è un sottoinsieme di non vuoto e finito.
Si noti a questo proposito che i suoi elementi sono tutti minori o uguali al minimo fra e .
Allora esiste unico il massimo di tale insieme, che è appunto il
Si vede subito che:
e anche che:
Supponiamo di voler trovare il di due numeri non entrambi nulli.
Se uno dei due numeri (per esempio ) è , allora sappiamo subito dire che è uguale al valore assoluto di .
Occupiamoci dunque del caso in cui entrambi i numeri sono diversi da zero.
Se vale per esempio che applichiamo l'algoritmo direttamente al calcolo di .
Cominciamo con la divisione euclidea di per :
conSe abbiamo finito, perché possiamo concludere subito che
Altrimenti proseguiamo con delle divisioni euclidee successive finché non si trova un resto uguale a :
concon
con
con
A questo punto concludiamo che
Per dimostrare che il metodo dell'algoritmo funziona, dobbiamo rispondere a due domande.
Dati con almeno uno fra non nullo e almeno uno fra non nullo, che soddisfano
allora vale che .
La strategia è la seguente: mostreremo che l'insieme dei divisori comuni positivi di e è uguale all'insieme dei divisori comuni positivi di e . A quel punto avremo finito, perché è il massimo elemento di e è il massimo elemento di , ossia dello stesso insieme. Dimostriamo dunque che (l'inclusione opposta si di-mostra in maniera analoga). Prendiamo un elemento . Visto che e allora divide anche ovvero divide . Dunque , come volevamo dimostrare.
Applicando questo lemma ai vari passaggi del nostro algoritmo di Euclide otteniamo:
e così via (questo "così via" nasconde una facile induzione!) fino a
Ma è proprio , visto che . Ripercorrendo tutta la catena di uguaglianze scopriamo di aver dimostrato che
e dunque ora sappiamo perché l'algoritmo di Euclide funziona!
Lemma di Bezout o Identità di Bezout
Dati due numeri interi e con , esistono due numeri interi e tali che
Si dice che può essere espresso come combinazione lineare a coefficienti interi di e di
Il teorema dice che esistono ed tali che , ma non dice che sono unici. Infatti, come risulterà dalla teoria delle equazioni diofantee lineari, ci sono infinite scelte possibili di una coppia (,) tale che .
Consideriamo l'insieme di tutte le possibili combinazioni lineari positive a coefficienti interi di e , ossia
Tale insieme è non vuoto. Infatti supponiamo che (altrimenti si fa lo stesso ragionamento con ). Allora si trovano degli elementi dell'insieme per esempio scegliendo e tale che . Già così abbiamo esibito infiniti elementi nell'insieme . Inoltre .
Dunque, per il principio del buon ordinamento, ammette minimo.
Sia tale minimo: in particolare, dato che , esistono un ed un tali che
La dimostrazione del teorema si conclude ora mostrando che . Infatti soddisfa le proprietà del massimo comune divisore, ossia:
Per il primo punto, facciamo la divisione euclidea fra e . Sarà con . Allora
da cui
Ma allora si esprime come combinazione lineare a coefficienti interi di e di . Se fosse avremmo che per definizione di . Questo non può succedere perché e era stato scelto come minimo elemento di . Dunque deve essere . Questo vuol dire che , ossia che . Allo stesso modo si dimostra che .
Il secondo punto è immediato. Infatti se e allora cioè , in particolare .
Dati due numeri interi e con , se e , allora non solo ma più precisamente vale che
Dati due numeri interi e con , è il più piccolo numero intero positivo ottenibile come combinazione lineare intera di e di .
Presi due numeri interi e non entrambi nulli, se li dividiamo per il loro massimo comun divisore otteniamo due numeri
che sono primi fra loro.
Si può vedere in due modi, entrambi molto semplici.
Il primo modo è il seguente: se ci fosse un divisore comune di e , allora dividerebbe sia sia e sarebbe più grande di , assurdo.
Il secondo parte dall'identità di Bezout
Dividendo per si ottiene
e dunque è il più piccolo numero intero positivo ottenibile come combinazione lineare intera di e di .
Siano . Se e allora .
Visto che allora per l'Identità di Bezout possiamo trovare tali che
Moltiplicando entrambi i membri per otteniamo:
Questo ci permette di concludere che . Infatti (ovviamente) e (visto che per ipotesi), dunque divide la somma che è uguale a
La dimostrazione precedente è breve ma non è banale. Il teorema è alla base del fatto che la fattorizzazione in prodotto di primi di un numero intero è unica.
Prendiamo per esempio e e calcoliamo tramite l'algoritmo di Euclide:
Dunque abbiamo trovato che . Scriviamo adesso di nuovo tutte le equazioni dell'algoritmo (tranne l'ultima) ponendo a sinistra i resti:
Ora ripercorriamo l'algoritmo "a rovescio": cominciamo da . Ricordiamo che come obiettivo finale vogliamo trasformare questa equazione in una del tipo
Cominciamo utilizzando l'equazione . Possiamo usarla per sostituire il ed ottenere espresso come combinazione lineare di e di :
Continuando,
$= 33\cdot 29−318\cdot 3 = (351−318\cdot 1)\cdot 29−318\cdot 3 = 351\cdot 29−318\cdot 32 $
Infine, chiamando in causa :
Abbiamo dunque trovato :
Come abbiamo già detto, quando questa è solo una delle infinite possibili coppie
che soddisfano l'identità di Bezout
Una equazione del tipo
dove sono numeri interi e sono le variabili, si chiama equazione diofantea.
Risolverla vuol dire trovare una coppia di numeri interi tali che
L'equazione diofantea
(con e non entrambi nulli) ha soluzione se e solo se divide ,
quindi
omessa dimostrazione pagina 114-115
Se l'equazione diofantea ammette soluzione, allora ammette infinite soluzioni.
Presa una soluzione particolare , l'insieme di tutte le soluzioni può essere descritto così:
Le argomentazioni esposte poco sopra dimostrano che
Resta da dimostrare l’inclusione opposta, ossia che ogni soluzione dell'equazione diofantea è della forma
Questo segue osservando che, se è una soluzione dell'equazione diofantea, allora è una soluzione della equazione omogenea associata.