Concludiamo con questo blocco la parte relativa alla supervisione.
Associamo le definizioni formali che si trovano in letteratura con quelle che si trovano nella normativa internazionale.
Il guasto lo abbiamo definito (dal SAFEPROCESS, ovvero comitato scientifico che dà queste definizioni) come una deviazione non permessa di almeno una proprietà caratteristica del sistema dalla condizione accettabile/usuale/tipica.
La normativa UNI EN 13306 lo definisce così:
Guasto: cessione dell'attitudine di un'entità ad eseguire la funzione richiesta.
Per entità si intende il processo industriale che stiamo considerando.
La rottura, nella normativa viene definita come avaria:
Avaria: stato di un'entità caratterizzato dalla sua inabilità di eseguire una funzione richiesta, esclusa l'inabilità intervenuta durante la manutenzione preventiva, altre azioni pianificate, oppure dovuta alla mancanza di risorse esterne.
Manutenzione: combinazione di tutte le azioni tecniche, amministrativa e gestionali, durante il ciclo di vità di un'entità, volte a mantenerla o riportarla in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta.
Mantenere un sistema dà per scontato che nel tempo un sistema tenda a peggiorare il suo funzionamento e la manutenzione è qualunque azione fatta sul sistema volta a riportarlo ad uno stadio di funzionamento originale.
Come si collega la teoria dei guasti con la manutenzione? Riprendiamo un po' di concetti già visti.
La condizione operativa, quindi lo stato di salute della macchina, tende a degradare nel tempo. Ci sarà, quindi, un tempo dopo il quale la macchina smetterà di funzionare come si deve.
La manutenzione correttiva è la manutenzione eseguita a seguito della rilevazione di un'avaria e volta a riportare l'entità nello stato in cui essa possa eseguire una funzione richiesta.
Questo tipo di manutenzione non è proprio il massimo, soprattutto per chi finanzia il macchinario che deve produrre, perchè se io sono arrivato al punto di failure, da quel momento in poi fino alla manutenzione non produco più, e quindi non ho un ritorno sull'investimento.
Quello che quindi si fa abitualmente nell'industria manifatturiera e di processo è la manutenzione preventiva.
La manutenzione preventiva è la manutenzione eseguita ad intervalli pre-derminati o in base a criteri prescritti e volta a ridurre la probabilità del guasto o il degrado del funzionamento di un'entità.
Dato che lo stato di salute tende a diminuire, si fa manutenzione prima di arrivare alla rottura o avaria, ripristinando lo stato di funzionamento della macchina: l'andamento è del tipo a dente di sega o sinusoidale. La manutenzione preventiva richiede uno storico in base al quale decidere i momenti nel quali andare a fare manutenzione. Quindi è una manutenzione che si basa sulla statistica di ciò che è stato, ma non sul corrente stato di salute della macchina.
Il problema è che riparo dopo un certo tempo, ma lo stato di salute magari era ancora buono e avrei potuto aspettare altro tempo prima di riparare la macchina.
Questo tempo in cui la macchina sarebbe comunque stata in grado di operare correttamente non viene sfruttato. Di fatto vado a fare un numero di interventi superiore rispetto al numero di interventi che sono necessari per far funzionare correttamente il macchinario. Un numero di inteventi superiore a quelli richiesti da un lato è un costo, dall'altro è un costo aggiuntivo, perchè più inteventi comportano un fermo macchina più lungo, e quindi un tempo di produzione più corto.
Quindi la manutenzione preventiva, rispetto a quella correttiva, evita di arrivare alla rottura ma ha un doppio costo dovuto al numero eccessivo di interventi e al tempo di fermo eccessivo introdotto nel macchinario.
Si può migliorare la manutenzione, e qui entra in gioco ciò che abbiamo visto a livello diagnostico, andando a fare manutenzione su condizione.
La manutenzione su condizione è una manutenzione preventiva basta sul monitoraggio delle prestazioni di un'entità e/o dei parametri significativi per il suo funzionamento e sul controllo dei provvedimenti conseguentemente presi.
È ancora una manutenzione preventiva, ma non ci sono degli intervalli di tempo scanditi sulla base dello storico dei dati. È basata, invece, sul monitoraggio delle prestazioni del sistema e dei suoi paramatri significativi e sul controllo dei provvedimenti presi. Di fatto opera andando a vedere se si sta verificando o meno un guasto: se il mio sistema di diagnosi mi dice che il guasto non c'è, allora non faccio manutenzione. Quando verifico che c'è un guasto, richiedo la manutenzione, ma la richiedo comunque prima che il guasto si trasformi in failure. Intervengo, quindi, solo quando la condizione della macchina degrada sotto una certa soglia che sono io a monitorare costantemente.
Posso fare ancora di più, posso provare a predire quando sarà la rottura: sono in un punto, vedo che la macchina sta degradando il suo stato di funzionamento, cerchiamo di predirre quando ci sarà la rottura.
A quel punto pianifichiamo la manutenzione poco prima che la rottura avvenga, con un margine di sicurezza. Stiamo parlando di manutenzione predittiva.
La manutenzione predittiva è una manutenzione su condizione eseguita in seguito ad una previsione derivata dall'analisi e dalla successiva valutazione dei parametri significativi afferenti il degrado dell'entità.
Ecco che la manutenzione predittiva è l'ottimo al quale tendere.
Ci sono però dei problemi. Negli schemi vediamo una curva che dipende dal tempo e dal Machine health. Ma non esiste un sensore di machine health e ricavare quest'informazione è difficile: è qui il problema più grosso. Sulla manutenzione correttiva questo problema non c'è, perchè non mi interessa lo stato di salute della macchina, ma la vado a riparare quando si rompe. Anche sulla manutenzione preventiva non mi importa dello stato di salute: so che statisticamente la macchina si rompe dopo 1000 ore, allora la riparo dopo 500 ore. Nella manutenzione su condizione io non sto stimando lo stato di salute, ma sto monitorando delle feature e quando vedo che c'è un guasto allora chiedo la manutenzione. Quindi in questi tre casi lo stato di salute della macchina lo ignoro. È richiesto solo nella predittiva, ed è proprio qui che sta tutta la difficoltà di questo tipo di manutenzione: lo stato di salute della macchina non è univoco, non è definibile in maniera quantitativa ed è tremendamente difficile da ricavare dalle feature.
Fare manutenzione predittiva, di fatto, consiste nell'andare a prendere un gruppo di feature tali per cui si può andare a ricavare la condizione di funzionamento del mio macchinario. È per questo che, mentre le altre tipologie di manutenzione sono molto diffuse, la manutenzione predittiva, che richiede una conoscenza molto approfondita del processo che si sta analizzando, è una manutenzione ancora allo stadio dell'arte, di ricerca, didattica da qualche anno, ma ancora lontana dall'essere qualcosa di applicabile in larga scala sui processi industriali.
Ricapitolando, ci sono vari tipi di manutenzioni. Quella che si usa abitualmente è la correttiva, mentre quella che si sta iniziando a fare è la preventiva.
La manutenzione preventiva può essere programmata (ad intervalli di tempo predeterminati), può essere fatta sotto condizione (nel momento in cui si verifica un guasto richiedo il riadeguamento dell'impianto), oppure può essere predittiva (se trovo degli indicatori dello stato di salute della macchina). La manutenzione sotto condizione, definita anche Condition-Based Maintenance, richiede di fare diagnosi. La predittiva, invece, non richiede diagnosi, ma questa cosa più complessa che si chiama prognosi. In inglese la manutenzione predittiva viene definita Prognostic and Health Management.
Queste sono le probabilità di rottura in funzione del tempo per varie tipologie di sistemi. Quelli sulla sinistra possono essere trattati con la Time Based Maintenance, perchè si vede proprio che da un certo punto in poi il tasso cresce, quindi sarà sufficiente andare mediamente ad intervenire dopo una certa soglia di tasso di rottura. In altre tipologie dove la probabilità di rottura rimane meno costante, è per forza di cose necessario andare ad utilizzare una Condition Based Maintenance o quella preventiva, altrimenti rischiamo di fare interventi inutili.
Quindi nei casi a sinistra è sufficiente una manutenzione classica, quindi quella programmata; i casi a destra, che nei sistemi industriali sono circa il 90%, richiedono una manutenzione su condizione o preventiva.
Fa vedere un video (già proiettato ad inizio corso) sulla manutenzione predittiva nell'industria 4.0. Quindi manutenzione preventiva è monitoraggio continuo dei parametri dei macchinari, in tempo reale. Questi parametri vengono gestiti con il limit checking, ovvero la verifica costante dei trend per determinare in anticipo quando un certo valore sarà fuori dalla tolleranza. Si può fare sul valore istantaneo, ma in certi casi può essere fatto in maniera probabilistica, l'importante è capire quando il mio dataset sta andando oltre ad una certa soglia. La manutenzione preventiva porta tutta un serie di vantaggi:
È quindi ciò a cui le imprese puntano, ma bisogna saper scegliere le feature che mi possono dare quell'informazione che nel grafico è definita machine health.
Siamo andati ad introdurre un concetto che va oltre quello di diagnosi e siamo andati ad introdurre il concetto di prognosi, che è alla base della manutenzione preventiva. Esistono due tipologie di manutenzione che sono da considerarsi avanzate e queste sono:
La diagnosi dei guasti consiste nello stabilire la presenza o meno di un guasto all'interno di un sistema a partire dall'analisi dei dati provenienti da esso, sfruttando l'eventuale conoscenza disponibile del sistema.
La prognosi consiste nel predire accuratamente e precisamente il tempo di vita rimanente di un componente affetto da guasto: Remaining Useful Life - RUL.
Per fare manutenzione predittiva serve la prognosi, ovvero la stima del RUL. Cioè, data la mia attuale condizione (pallino blu), devo andare a stimare all'istante in cui mi trovo quanto tempo manca al momento in cui, plausibilmente, si romperà il macchinario (pallino rosso). In questo modo posso andare a pianificare il mio intervento in un tempo intermedio tra i due pallini.
Nell'immagine è stato sostituito machine health con Condition Indicator, cioè una particolare tipologia di feature.
Quello che dobbiamo capire è come fare questa stima del tempo di vita utile rimanente della mia macchina.
Se la diagnosi scatta una foto "nitida" del guasto, la prognosi scatta una foto "sfuocata" del guasto: vediamo i confini di dove potremmo essere, abbiamo una situazione media e una sorta di worst case e best case. Man mano che facciamo predizione, questa sarà caratterizzata da dei bounding box all'interno del quale ritrovarci con una cerca incertezza.
Più vado avanti nel tempo, più i bounding box si restringono e tenderò ad avere una precisione più elevata della stima del tempo rimanente utile.
È una classificazione accademica degli algoritmi per la prognosi, anche se un po' sommaria dal momento che non c'è ancora molta letteratura sulla prognosi.
Un esempio è il problema delle industrie legati alle luci LED: nei grandi capannoni vogliono sostituire i proiettori a lampada alogena che consumano tanto con quelli a LED. Esiste un problema di diagnosi (quale stringa si LED mi si rompe, così posso sostituire solo quella) e un problema di prognosi: dato che il LED si rompe a causa della temperatura, voglio fare una stima indiretta della temperatura. Non la posso misurare, ma c'è un modello termico che dalla temperatura del dissipatore mi ricava la temperatura della stringa, e quindi, poi, si può stimare la remaining useful life. L'approccio utilizza anche la simulazione, per generare dati su cui andare a fare prognosi.
Avere delle funzioni che esprimono il modello è molto raro, per cui questo approccio è poco utilizzato nella pratica.
Molto spesso si cerca un approccio di tipo statistico.
Questo è il cloud point su due dimensioni: sulla base c'è la magnitudo della vibrazione di un motore e sulle ordinate c'è il logorio di un ingranaggio. È anche segnata la soglia di rottura dell'ingranaggio. C'è una correlazione tra le due grandezze: il logorio è la condition health di questo sistema. All'aumentare della vibrazione aumenta l'usura: il fatto che una variabile fa variare una feature prognostica si chiama trendability. A questo punto posso fare prognosi. Invertendo la relazione posso fare una stima della vita utile. Si utilizzano le Probability Density Function, quindi è una funzione di densità di probabilità.
Quando ho i dati, preferisco approcci di intelligenza artificiale, facendo classificazione, regressione, utilizzando reti neurali…
Nella pratica, la stima del tempo di vita utile si fa con approcci riconducibili a tre diverse categorie.
N.B: l'unità di misura della remaining useful life non è puramente temporale: può essere in giorni, in chilometri, in ore, in cicli..
Ha detto che non le chiede all'esame!!
Comunque non esiste in maniera univocamente accettata un set di metriche per valutare la bontà di un sistema di prognosi dei guasti. Ci sono due indici considerati validi per avere un'idea delle performance del sistema: