# La democrazia è sopravvalutata (?) Dare in mano a tutti, a chiunque, il potere di prendere decisioni per un'intera nazione è davvero il modo migliore di gestire uno stato? Pensiamo alla Brexit, a Trump, agli estremismi che anche nella pura Europa spopolano. I cittadini non sono tutti uguali. Non lo sono mai stati: non tutti hanno le stesse possibilità di accedere alla politica. La Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono l’“effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”. Nella storia le Repubbliche hanno delegato il compito di superare le diseguaglianze tra i cittadini, ai fini della partecipazione politica, ai partiti. Partiti che con il tempo si sono sciolti, liquefatti. La classe dirigente, non ovunque, non tutta, ha raggiunto un grado di mediocrità tale da suscitare reazioni antidemocratiche. Se quando parliamo di medicina ci dovremmo fidare di un medico più che di un idraulico, viceversa quando invece ci serve assistenza per il boiler, allora chi dovremmo ascoltare quando parliamo della cosa pubblica? Verrebbe da rispondere "i tecnici". La tecnocrazia. Idea che l'Unione Europea ha implementato per decenni e che pur non essendo euroscettici occorre ammettere che non sia stata un successo assoluto. Un tempo le informazioni erano per pochi, la conoscenza inaccessibile, le notizie difficili da reperire. Oggi la situazione è opposta, siamo bombardati di informazioni, dati, notizie. Sebbene questo possa essere un problema, filtrare le fonti e distiguere l'attendibile dall'inattendibile, significa anche che se lo vogliamo possiamo superare le diseguaglianze in modo indipendente. Crescere come cittadini non può però essere un processo autonomo. Le iniziative come questa, i gruppi di lavoro, i tavoli di discussione o le assemblee come la Consulta Comunale Giovanile, che presiedo, sono il posto ideale per mettere alla prova la propria crescita. Per confrontarsi con gli altri, per evolvere insieme. Noi giovani siamo bravi ad evolvere, abbiamo un passato meno pesante. Per definizione. Sappiamo pensare fuori dagli schemi, trovare nuove soluzioni a vecchi problemi, trovare nuovi problemi che solo noi sappiamo rilevare. Pensiamo alla questione ambientale, alla capacità innata di vivere e agire in un mondo digitale, al boost che proprio i giovani hanno dato alla campagna vaccinale. Noi giovani siamo la miglior speranza per un futuro che, radicalmente diverso da quello che immaginavamo anni fa, presenta sfide e problemi che richiedono proprio le nostre capacità. Nel futuro della nostra città, nel futuro del nostro paese, vorremmo non essere più osservatori passivi. La politica, le istituzioni, lo stato dovrebbero chiederci cosa ne pensiamo delle decisioni prima che siano prese, e non dopo. La democrazia è quindi sopravvalutata? Winston Churchill diceva della democrazia quello che le comari dicono dell'invecchiare: è una gran brutta cosa, ma è sempre meglio dell'alternativa. Ma si sa, quel passare del tempo che qualcuno chiama invecchiare, qualcun altro lo chiama crescere. E non vede l'ora di farlo.