# K (testo per il bando della regione lazio) edit del: 31 ottobre 2022 scritto da: Diana e Federico ## CONCEPT La leggenda del Kraken, che in se racchiude dei grandi arcani, l’abisso, la perdita e la morte, e' l'idea portante dello spettacolo che vogliamo portare in scena. L'idea e' unita ad una forte fascinazione del nostro modo di concepire il teatro per la leggenda in quanto tale, e per la sua capacita' di innescare processi di evoluzione e trasformazione, anche radicali, nella societa'. Kraken è un lavoro per teatro contemporaneo multimediale e si propone di evolvere in un contesto internazionale e europeo. Si compone di un orchestrazione di media e elementi performativi di discipline differenti contaminati gli uni dagli altri con lo scopo di integrarsi in una forma espressiva, per quanto possibile, nuova. Sarà rappresentato un sogno, gli spettatori si troveranno di fronte ad una scena viva dove l’immagine creata attraverso una scenografia di trasparenze diventa il supporto delle proiezioni video mentre il suono e la coreografia dialogheranno tra di loro. Tutti i media utilizzati cercano un equilibrio fragile tra le loro diverse potenzialita' tradizionalmente utilizzate e quelle presenti in scena. Tutta la ricerca aspira ad una composizione corale per definire in scena un paesaggio suggestivo ed espressivo che chiamiamo "una nuova realtà sognata". Kraken raccontera', attraverso la sua peculiare sequenza di visioni oniriche, gli uomini e la forza. Uomini che per differenti storie e necessità navigarono nella propria vita. Storie che appartengono al sentimento dell’esplorazione dei mari. C’era una verità e una fierezza in questa esperienza; facendo questa scelta si trovavano piccoli e soli di fronte la forza della natura, consapevoli che poteva essere un viaggio di sola andata. Tanti autori di musica e poesia hanno scritto dell’uomo che sfida l’immensa, crudele e mutevole natura, c’è del sublime in questa immagine. Nel mare senza più confini, a bordo di un’imbarcazione che procede spinta dal vento e dalle correnti, un gruppo di uomini, di marinai, affrontano l’immensità della natura. Il Kraken, la creatura inenarrabile, sussurrata, rendera' concreto e tangibile qualcosa che è senza forma e colore, il pericolo e il senso di terrore. Questo spettacolo vuole rappresentare un momento, un periodo storico, un racconto, che nel tempo si è ripetuto, di bocca in orecchio, attraversando il mondo e i popoli, con meraviglia, trionfo o dolore. In quel tempo l’uomo,ci racconta, affrontava l’ignoto e la morte senza guardarsi indietro. Adesso viviamo in una società che ha paura di tutto, una società ipocondriaca, che ha dimenticato la propria forza o che comunque la nasconde. Ha dimenticato le battaglie fatte nel tempo per raggiungere un briciolo di libertà. Ci si presenta come una società capace di farsi togliere la libertà per paura, appunto, di nuovi mostri,che si nutrono di racconto come il Kraken. Guardare indietro e ricordare attraverso la messa in scena un tempo in cui si viveva sfidando la morte e la natura e'una delle componenti della nostra ricerca per questo spettacolo. Il tema esplorato dal lavoro e nell’immaginario che lo suggerisce e’ anche quello dell’esistenza umana tra due abissi, l’infinito sopra di noi, un cielo senza sfere chiuse e spiriti che vegliano sulle nostre vicende, e l’illimitato sotto di noi, l’abisso. E' una cifra dello zeitgeist attuale, investigato tramite lo spettacolo, che ci coglie mentre navighiamo un mare scuro e freddo, il mare del nord, con le sue nebbie, le tempeste e i naufragi. Siamo spinti dalla necessita’ e dal mito, allacciati assieme a indagarne le possibilita’. In questo mare siamo tutti, spettatori e performers, accomunati dalla finzione quotidiana, che ci permette di dimenticare la profondità tellurica in cui si spalanca l’abisso. E al fondo di ogni abisso (in greco Chaos), risiede il mostro, il Kraken, Tifone, indicibile. Il lavoro si strutturera' aprendo una zona temporale ibrida ottenendo ad arte una connessione diretta e emozionale di due luoghi fisici distinti: una vera barca in navigazione nel mare del nord e lo spazio del teatro. Durante lo spettacolo viene realizzato un collegamento streaming dal vivo con l'imbarcazione in navigazione. Consentira' uno scambio, in scena, arriveranno i suoni e le immagini di quel luogo, imprevedibile poiche' reale. Il mare arrivera' in teatro e al mare arriveràato dall'apparire, teatricamente "in presa diretta" cio' che succede in teatro. A questa zona ibrida, determinata dalla plurivocita' del mondo connesso siamo gia' abituati. Sia a causa della connessione perpetua e dall'esperienza del videogame in rete che dalla sincronia controllata dagli algoritmi delle piattaforme, che orchestra l'incontro con il prodotto o con l'idea o la persona in maniera solo apparentemente "casuale". Quello che ci proponiamo è un possibile modo di dare a questo stesso tempo "connesso" una caratteristica mitopoietica, anziché trattarlo esclusivamente da un punto di vista intellettuale e critico. Questa connessione identifichera' per tutti i partecipanti una modalità diversa di essere presente, tramite i due luoghi, quello corporeo e quello connesso. Lo stato fisico, percettivo e emozionale che viene a crearsi, il nostro quotidiano essere e essere connessi dienta uno dei capisaldi dell'esperienza dello spettacolo. Drammaturgicamente orchestrati questi elementi si ricomporranno in due bolle di suono (in entrambi i casi, una è remota e una tangibile. Visione e spazio verranno popolate di personaggi/persone visibili o altrimenti percepibili che realmente vivono nel loro tempo/spazio. E questa zona ibrida deve incorporare progressivamente la rappresentazione per tre pubblici contemporaneamente: i partecipanti, il pubblico in sala e il pubblico che ascolta dalla rete, diventando, nella nostra stringente direttiva di ricerca, un prolungamento di uno stato interiore, poetico, sublime, terrificante. Kraken e' anche un lavoro sulla storia essenziale, tramandata tante volte e diventata leggenda, vista nel momento in cui si scrive nel corpo di chi la mette in scena e nella sensibilita' di chi ne e' testimone. In sala sarà rappresentato un sogno, gli spettatori si troveranno di fronte ad una scena viva, l’immagine creata attraverso una scenografia di trasparenze diventa il supporto delle proiezioni video, il suono e la coreografia dialogheranno tra di loro, tutti i media utilizzati cercano un equilibrio, si tratta di una composizione corale che andrà a definire in scena un paesaggio suggestivo ed espressivo, si viene a creare una nuova realtà sognata. Li vogliamo raccontare gli uomini e la forza che possono esprimere. Il punto di partenza sono gli uomini che per differenti storie e necessità si trovavano a vivere sul mare nel passato. C’era una verità e una fierezza in questa esperienza. E marinai, piccoli e soli di fronte la forza della natura, elaboravano un arte della forza, consapevoli che poteva essere un viaggio di sola andata governavano la nave, la costruivano e riparavano, la tenevano pulita la trasformavano in casa. Tanti autori di musica e poesia hanno scritto dell’uomo che sfida l’immensa, crudele e mutevole natura, c’è del sublime in questa immagine e quindi anche del terrificante. E' una dimensione antropologica che abbiamo perso? Il Kraken, la creatura inenarrabile del mito, che entra nello spettacolo come il ricordo sognato di un racconto per bambini, rende concreto e tangibile qualcosa che è senza forma e colore, questo pericolo e il senso di terrore. ### Multimedialita' (perche' ripetiamo?) K e' un lavoro per teatro contemporaneo multimediale: si compone di un orchestrazione di media e elementi performativi di discipline differenti contaminati gli uni dagli altri con lo scopo di integrarsi in una forma espressiva, per quanto possibile, nuova. Per fare ciò esploreremo altre due dimensioni oltre che quella della sala: l'immateriale creato dalla comunicazione digitale, di cui il visibile rappresenta adesso solo il 5%, mentre per "il resto" ci si affida, in modo che rende attuale il carattere principale del Kraken mitico al concetto di "dark web". - Come si apre la nostra realtà identitaria se siamo in più luoghi e in più tempi contemporaneamente? - Come interagiamo e diventiamo "carne" in questo universo al di la'? - E con quali continuita' con caratteri antropologici portati dalle epoche remote? dal punto di vista tecnico risolveremo diverse questioni non banali riguardo - coordinamento di due performance di cui una remota - lavoro multimediale presentato in ambiente marino (la barca innavigazione) - la resa in entrambe le situazioni di contenuti spettacolari e dramaturgici ### Leggenda/racconto Le leggende ripetute e tramandate oralmente, nel tempo e nel passaggio di persona e di paese, subiscono delle piccole variazioni che, chiameremo “varianti imperfette”. La ripetizione nello spettacolo, diviene elemento narrativo e drammaturgico, grazie alle sue “varianti imperfette”. Voci diverse, lingue differenti, narrano la storia che nella sua ripetizione, cambia un pò ogni volta, restituendo allo spettacolo finali differenti. Un lavoro delicato, di equilibri. Dovremmo ripetere, ma senza perdere il filo del racconto, per questo la lingua parlata che, dovrà emergere sarà sempre quella del paese dove lo spettacolo avrà luogo, rendendo il racconto sempre comprensibile. Saranno utilizzate le registrazioni, realizzate nel territorio ospitante, dove lo spettacolo sarà replicato. ### Collegamento straeming esperimento multimediale Il lavoro si struttura aprendo una zona temporale ibrida, nello spazio del teatro e in uno spazio remoto collegato in streaming e realmente in navigazione. Questo tramite la connessione diretta e emozionale di due luoghi fisici distinti: una barca in navigazione nel mare del nord e contemporaneamente lo spazio del teatro per suggerire un terzo spazio, immateriale, la connessione. A questa zona ibrida siamo gia' abituati. Sia tramite la connessione perpetua che dalla sincronia artificiale sempre meglio controllata dagli algoritmi delle piattaforme, e quello che proponiamo allo spettatore e' un possibile modo di dare a ciò una caratteristica mitopoietica anzichè esclusivamente intellettuale e critica, recuperando elementi dal passato. La connessione identifica per tutti i partecipanti una modalità diversa di essere presente, tramite i due luoghi, quello corporeo e quello connesso a un performer e a un pubblico remoto. Il meta-spazio che immaginiamo, prevalentemente sonore, che diventa un prolungamento dell'essere "qui e ora" in una dimensione altra, tenue, liminale. Questi elementi aspirano a definire uno stato fisico, percettivo e emozionale riconosciuto dal pubblico presente. Drammaturgicamente orchestrati questi elementi si ricomporranno in due bolle di suono (in entrambi i casi; una e' remota e l'altra tangibile), popolate di personaggi visibili "in the flesh" o solo "in presenza". E questa zona ibrida deve incorporare progressivamente la rappresentazione diventando un prolungamento di uno stato interiore, poetico, sublime, terrificante, parzialmente reale in quanto corporeo e potentemente reale in quanto forma dell'immaginario. Il Kraken appunto. Vogliamo creare una collaborazione con un ente o altro spazio nella città di Bergen in Norvegia. La cura artistica e tecnica del collegamento e affidata a Federico Bonelli. ### Ambientazione sonora L’aspetto musicale sarà composto e sviluppato su differenti livelli. Una parte ricca di rumori tangibili, realizzata in parte dal vivo, attraverso la rielaborazione elettronica in tempo reale, con il supporto di un’orchestrazione virtuale e dall’altra la genesi musicale dello spettacolo, trarrà fonte creativa dalla musica contemporanea occidentale, dall’improvvisazione radicale e dalla ricerca elettroacustica. In scena sarà eseguita una performance musicale e fisica dell’artista Lili Refrain, la voce, le percussioni e la chitarra vengono campionate per creare un’orchestrazione in tempo reale, divenendo un’immagine evocativa di un immaginario norreno. Sarà poi sviluppato di replica in replica, un “discorso” sonoro legato al racconto leggendario e di superstizione dei luoghi ospitanti, si chiederà ai referenti dei teatri una collaborazione per individuare dove poter eseguire delle registrazioni, recarsi quindi presso case di riposo o altri luoghi per individuare degli anziani/e disposti a raccontare una o più leggende popolari o altre memorie locali nella loro lingua madre, le registrazioni diverranno materiale sonoro per lo spettacolo oltre a diventare un documento e memoria per il territorio stesso, i racconti verranno conservati e archiviati in uno spazio nel web reso pubblico e fruibile. La composizione sonora dello spettacolo è affidata al compositore Dario Salvagnini ### Ambientazione video Viene proposto uno spettacolo multimediale, il video avrà un ruolo scenografico importante, la scena accoglie un allestimento sviluppato su più stratificazioni di tulle e schermi, l’altezza, la larghezza e la profondita della scatola scenica viene allestita nella volontà di creare uno spazio immersivo per gli spettatori e i danzatori. Il video assume due ruoli fondamentali, il primo è quello di luce viva in continuo movimento ed evoluzione che illuminerà la scena, oltre all’ausilio delle luci/fari viene quindi data priorità alle luci sviluppate con i video proiettori, non esiste luce statica in natura, la luce che illumina è in continuo movimento e vibrazione. Il secondo aspetto sviluppato è quello del video che racconta, il mare, i volti, le corde, le navi, gli abissi, il Kraken. Delle immagini concrete che si susseguono, ogni video suonerà in scena, la rappresentazione visiva prende forma attraverso il suono e rumore, tutti i media sono collegati e dialogona costantemente tra loro. La storia prende vita interagendo con la scenografia e con il racconto. ### Corpo/danza In scena saranno presenti più danzatori, la coreografia è affidata alla Direzione di Anna Basti. Attraverso i movimenti, le traslazione dei danzatori, viene definito lo spazio. Ogni gesto e relazione tra i corpi mette in risalto la severità, la disciplina e la forza di questi uomini, tutto converge dentro un unico schema che genera coralità. Una coralità che produce un unico essere che si muove unito per contrastare l’immensa forza del Mare e della tempesta e degli abissi che celano il mostro. Il suono, il video, il corpo e l’ambiente sono elementi vivi e orchestrati in tempo reale durante la messa in scena. Nella ricerca del movimento, il danzatore è immerso nella realtà circostante, è ben radicato a essa, alle radici dalle quali nasce e si sviluppa, i danzatori troveranno allestito uno spazio prove che li porterà già dai primi momenti all’interno dell’aspetto multimediale, lo spettacolo si compone come una stratificazione continua tra suono, corpo e immagine. ### Da inserire? Riferimenti drammaturgici a lavori sviluppati con intenzioni simili La ricerca su sull'accesso ad elementi "extratemporali" da recuperare attraverso la connessione di due luoghi, il design sonoro e l'elemento fisico multimediale in scena e' una ricerca innovativa per se, con alcuni casi importanti a cui facciamo riferimento. - Simon mc. Burney e il teatre de la Complicite' (UK) - FC Bergman (BE) - Gob Squad (UK) - Rimini Protokoll (DE) ## Curriculum del soggetto proponente ### Santasangre è un progetto di ricerca artistica che nasce a Roma alla fine del 2001. Espressione di un collettivo eterogeneo per formazione e personalità, i Santasangre iniziano il loro percorso con la volontà di indagare quello spazio vuoto, quella frattura che esiste oltre il linguaggio definito. Attraverso nuove forme e diversi contenuti, avviano processi di contaminazione espressiva lungo un asse trasversale capace di toccare i più significativi linguaggi artistici e performativi come il video, la musica, il corpo e l’estetica degli ambienti. La necessità che diviene il motore del lavoro dei Santasangre si spinge oltre ogni settorialità, oltre ogni esperienza complementare per concretizzarsi in un azzardo di linguaggi ampliati, sincretici e sovrapposizioni di segni. La linea che sempre distingue la progettualità del collettivo si articola in una direzione di interferenza con il presente, nelle infinite possibilità che il linguaggio artistico possiede. Partecipano al Romaeuropa Festival, al Grec di Barcellona, al Noorderzon di Groningen, al Festival Temps d’Images di Varsavia, all’Eurokaz di Zagabria, al Drodesera, al Festival delle Colline Torinesi, di Santarcangelo, Castrovillari e Polverigi, alle stagioni del Sophiensaele di Berlino, della Ferme du Buisson di Parigi e dei Teatri Stabili d’Innovazione di Napoli, Pescara, Bari, Udine, alla Biennale dei giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo, ed anche ad Es.terni, Short Theatre, Opera Prima, Crisalide, Enzimi e Ipercorpo. Sostenuti nelle produzioni di spettacoli dal Romaeuropa Festival, da Drodesera>Centrale Fies, dal Festival della Colline Torinesi, da Fabbrica Europa, dal Programma Cultura della Comunità Europea progetto Focus on Art and Sciente in the Performing Arts e da Bassano OperaEstate Festival. Ricevuto il contributo dal MiBAC nel settore danza nell’anno 2012. #### PREMI - Premio Ubu 2009/Premio Speciale e della menzione speciale per la sperimentazione dei linguaggi - Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti 2006 e Nuove Creatività 2008 dell’ETI. #### EDIZIONI - Iperscene a cura di Mauro Petruziello – collana spaesamenti di Paolo Ruffini - Hic sunt leones a cura di Graziano Graziani – collana spaesamenti di paolo Ruffini - Teatri del tempo presente a cura di Andrea Nanni (tutte le edizioni sono editoria e spettacolo) Art’o 27- Cultura e politica delle arti sceniche direzione di Gianni Manzella Aksè.Vocabolario di una comunità teatrale a cura di Mauro Petruziello-l’arboreto Edizioni. ### Direzione artistica: Diana Arbib, regista e artista multimediale, inizia la sua ricerca attraverso lo studio della scenografia teatrale e cinematografica. Ideatrice di spettacoli e installazioni, continua a perfezionare il progetto di drammaturgia multimediale, nel quale i differenti elementi; Il corpo reale e l’immagine, il video come luce animata e viva, il suono e l’ambiente, sono in continuo movimento e alla ricerca di un equilibrio, un’orchestrazione a servizio dell’idea, per una regia multimediale. Co-fondatrice del collettivo di ricerca artistica “santasangre”. Conduce workshop all’Istituto Europeo di Design e IUAV di Venezia, dal 2019 assume il ruolo di docente del corso Installazione Multimediale presso l’Accademia di Bella Arti di Roma. ### Coreografia ANNA BASTI Danzatrice e performer, collabora con diverse compagnie in italia e all'estero: Asphalt, Aterballetto, Linga (Losanna), Cie Twain,all'interno della quale lavorerà in qualità di interprete e di assistente alla coreografia per quattro anni; Atacama, Industria Indipendente, Gruppo E-motion, Les gens d’Uterpan (Parigi), Muta Imago per il progetto Displace e gruppo nanou. Lavora inoltre con Orazio Caiti, Juan Diego Puerta Lopez, Alessandro Berdini, Anna Redi. Dal 2013 affianca all’attività di interprete, un proprio percorso di ricerca, che porterà al primo studio per moto perpetuo_prima deviazione, presentato ad Appunti coreografici per DNA_RomaEuropa Festival e inserito nel progetto Nuove Traiettorie, curato dalla rete AnticorpiXL. Nel 2014 moto perpeto_prima deviazione viene selezionato per AnticorpiXL_Vetrina della giovane danza d’autore. Attualmente impegnata in due nuovi progetti, Unlock in collaborazione con la performer Chiara Caimmi e Perfect Day, in collaborazione con l'artista visivo Alessandro Rosa. Scopre Marosi Festival nel 2017 e da quest'anno entra a far parte del team di progettazione. Danzatrice e performer, collabora con diverse compagnie in italia e all'estero. Dal 2013 affianca all’attività di interprete, un proprio percorso di ricerca, che porterà al primo studio per moto perpetuo_prima deviazione, presentato ad Appunti coreografici per DNA_RomaEuropa Festival e selezionato per Nuove Traiettorie, di AnticorpiXL. Nel 2014 il progetto viene inserito in AnticorpiXL_Vetrina della giovane danza d’autore. Attualmente impegnata in due nuovi lavori, Unlock in collaborazione con la performer Chiara Caimmi e Perfect Day, in collaborazione con l'artista visivo Alessandro Rosa. ### Composizione sonora Dario Salvagni Compositore musicale elettroacustico, dal 2001 compone ed esegue attraverso una reglia live tutte le produzioni della compagnia Santasangre, continua la sua ricerca musicale anche nel cinema realizzando alcune colonne sonore. ### Musicista on stage LILI REFRAIN Lili Refrain è una chitarrista, compositrice e performer romana che dal 2007 ha un progetto solista in cui indaga le proprietà contrappuntistiche ed emotive della sovrapposizione strumentale e vocale. I suoi brani scaturiscono dall'orchestrazione in tempo reale di chitarre elettriche e voci che mescolano l'ambient minimalista a psichedelia, folk, blues, metal, opera lirica e virtuosismi chitarristici. La sua padronanza tecnica e il suo raffinato gusto compositivo conducono l'ascoltatore in un indimenticabile atto unico oltre i confini di qualsivoglia genere musicale. Negli ultimi sei anni ha suonato incessantemente in tutta Italia e in Europa. ### Drammaturgia e ricerca Federico Bonelli (1969, IT/NL) è un ricercatore e artista indipendente. Ha una formazione in filosofia della scienza, storia della matematica e delle arti. La sua ricerca, che comprende arti figurative, musica, cinema e teatro, è stata fondamentale per l'innovazione dei formati culturali. Bonelli non è solo un esploratore di forme estetiche ma anche un ricercatore empirico. Il suo background artistico ha incontrato prematuramente le applicazioni tecnologiche e informatiche, l'open source e la pratica quotidiana della cultura dell'hacking originale. Nelle sue attività legate all'arte contiamo un importante esperimento di pittura digitale generativa realizzato in collaborazione con Philips Research e altri artisti, il Protoquadro (2003). Qui l'artista ha creato un oggetto tecno-pittorico deterministico in continuo mutamento, mai uguale a se stesso e imprevedibile, come parte delle prime arti generative digitali. Questa ricerca è ancora fruttuosamente aperta oggi. Bonelli vede la sua produzione come "una poetica della trasformazione", espressione del tempo e dell'unità filosofica dell'insieme. La sua metodologia di Trasformazione e la pratica di laboratorio hanno trovato campi di applicazione nell'ideazione e nell'esplorazione di tecnologie di innovazione sociale. Ha partecipato come ricercatore a progetti europei a sfondo tecnologico, culturale e sociale (Culturability, H2020, CAPS) Dal 2012 dirige il laboratorio site-specific internazionale "Trasformatorio" da lui fondato e che oggi è una fondazione dedicata allo sviluppo dell'arte e della tecnologia nei contesti sociali e di rigenerazione territoriale per aree remote. È un buon oratore pubblico, ha esperienza nell'insegnamento e nel design e i suoi workshop sono spesso memorabili. - https://trasformatorio.net/?page_id=243 - https://www.linkedin.com/in/federicobonelli/ ## POTENZIALITà del MERCATO DI RIFERIMENTO** È fondamentale tenere presente che i prodotti culturali sono frutto del lavoro di un artista, fulcro centrale e imprescindibile di qualsiasi attività culturale. Senza l’artista, infatti, non esisterebbe il prodotto artistico e dunque le industrie culturali. L’attività core di un evento è composta dal nucleo performance e specificità che lo rendono unico, caratterizzato e riconoscibile rispetto agli altri (Opere scelte, allestimento, artisti, opere in cartellone, temi e linguaggi). Lo spettacolo che si vuole produrre racchiude diversi settori di interesse, la ricerca tecnologia, la professionalità artistica e una importante visone contemporanea che si evince nella professionalità dell'utilizzo di differenti media/linguaggi tenendo a mente “I tre segmenti di mercato di Hirschman” Pubblico primario Obiettivo primario 1. Creatività auto-orientata Sé stessi autorealizzazione 2. Creatività orientata ai pari Pari e professionisti del settore Apprezzamento, consenso 3. Creatività orientata al mercato Il pubblico in generale Denaro Quello su cui vogliamo affacciarci è un mercato in continua evoluzione, lo spettacolo dal vivo si arricchisce sempre più delle possibilità che le nuove tecnologie offrono. I primi mercati di riferimento sono quelli dei festival, rassegne di ricerca teatrale, di musica e danza. Un altro mercato di riferimento è quello della rete web, attraverso il live streaming, collegamento spaziale e temporale tra la sala teatrale e la nave nel mare del nord. Il progetto si pone come obbiettivo la collaborazione e il rapporto con i territori ospitanti, come già descritto, attraverseremo il tema della leggenda popolare e in particolar modo l'aspetto del racconto. Avremo incontri con scuole, centri anziani. La produzione si avvalerà di tutte le piattaforme social più adatte al mercato, in queste sarà possibile fruire in modo libero delle registrazioni raccolte dai racconti popolari, divenendo sia pubblicità per lo spettacolo che patrimonio culturale. Le campagna di comunicazione, sfrutteranno i canali radio e di stampa per raccontare e ricollegare un fatto, una curiosità popolare allo spettacolo stesso, questo discorso si sposterà su tutti i canali media di comunicazione, Instagram, twetter, Facebook ecc. verranno realizzati contenuti sia durante le prove e la progettazione dello spettacolo, sia nella distribuzione a spettacolo ultimato. ## PIANIFICAZIONE ECONOMICA FINANZIARIA E PATRIMONIALE Attraverso un'analisi di fattibilità dei costi e tempi di produzione abbiamo valutato che per realizzare lo spettacolo del Kraken la necessità economica è stimata sulla cifra di 50.000 euro circa. Il contributo della Regione Lazio darebbe una svolta economica sostanziale, oltre questo noi come compagnia di ricerca e teatro in questi anni siamo stati sostenuti da più realtà private, come Fabbrica Europa Festival, Roma Europa Festival e Drodesera, e altri festival e realtà nazionale alle quali chiediamo e aprendo un tavolo di trattative ulteriori contributi in formula di coproduzione, divenendo anche li stessi festival delle piazze importanti per le repliche dello spettacolo. Auspichiamo ad una collaborazione di coproduzione con le realtà sia sul territorio Olandese dove l'Artista Federico Bonelli vive e collabora con diverse realtà e sul territorio della Norvegia con particolare riferimento alla città di Bergen. In questa fase del progetto, vogliamo realizzare questa prima produzione desideriamo che diventi un punto di partenza per produrre adesso uno spettacolo che avrà la sua fruizione principalmente nei teatri di prosa e ricerca, ma auspichiamo successivamente di coinvolgere una produzione per poter dare luogo alla visione completa e operistica. La compagnia santa sangre si avvale di diverse tecnologie e scenografie in suo possesso, che possiamo comunque considerare come patrimonio economico, già acquisito. Santasangre è un progetto di ricerca artistica che nasce a Roma alla fine del 2001. Partecipano al Romaeuropa Festival, al Grec di Barcellona, al Noorderzon di Groningen, al Festival Temps d’Images di Varsavia, all’Eurokaz di Zagabria, al Drodesera, al Festival delle Colline Torinesi, di Santarcangelo, Castrovillari e Polverigi, alle stagioni del Sophiensaele di Berlino, della Ferme du Buisson di Parigi e dei Teatri Stabili d’Innovazione di Napoli, Pescara, Bari, Udine, alla Biennale dei giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo, ed anche ad Es.terni, Short Theatre, Opera Prima, Crisalide, Enzimi e Ipercorpo. EDIZIONI Iperscene a cura di Mauro Petruziello – collana spaesamenti di Paolo Ruffini Hic sunt leones a cura di Graziano Graziani – collana spaesamenti di paolo Ruffini Teatri del tempo presente a cura di Andrea Nanni Art’o 27- Cultura e politica delle arti sceniche direzione di Gianni Manzella Aksè.Vocabolario di una comunità teatro Premio Ubu 2009/Premio Speciale
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